Nokia sta valutando se entrare nel mercato nipponico come operatore telefonico virtuale (MVNO), ovvero, acquisterà traffico dai fornitori di infrastrutture (NTT DoCoMo) per offrirlo nel pacchetto insieme ai suoi smartphone di punta.
Mi spiego questa mossa strategica con almeno tre ragioni.
La prima è nota e si riferisce al fatto che Nokia, nonostante la sua quota di mercato a livello mondiale superi il 40%, in Giappone arriva appena all'1%. La seconda riguarda la frenata di vendite nel segmento dei cellulari, mentre solo gli smartphone continuano l'ascesa nei confronti del mercato.
Qualcosa si deve pure inventare, quindi, veniamo alla terza ragione.
La terza ragione si riferisce al fatto che mai come prima l'offerta di smartphone si leghi molto bene alle tariffe flat.
Le tariffe flat rappresentano il nuovo business del settore mobile perchè costringono gli utenti a sottoscrivere abbonamenti di lunga durata in cambio di svariati servizi, molti dei quali per altro di dubbia utilità. Comunque sia costituiscono un valore economico certo e di medio periodo.
Molti cellulari sono a costo zero se abbinati alla giusta tariffa. Gli stessi smartphone vengono via ad un terzo del prezzo di listino.
I margini restano attaccati al traffico più che al dispositivo.
Apple, infatti, è riuscita ad assicurarsi una parte di margine del traffico generato dal melafonino, almeno in quasi tutti i paesi dove ha esordito. Ma questo gli riesce perchè probabilmente il suo prodotto si chiama iPhone.
La risposta di Nokia si dimostrerà vincente solo se la quota di mercato supererà di gran lunga l'1%. Per spuntare un po' di margine sul traffico, infatti, avrà dovuto budgettare un grosso volume o di adesioni, ottenendo prezzi molto concorrenziali dal fornitore di infrastrutture nell'accordo di revenue share.
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