mercoledì 15 ottobre 2008

Statistiche AIFI - I semestre 2008

AIFI - Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital

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Raccolta

La raccolta di fondi di investimento nel primo semestre del 2008 ha registrato una flessione considerevole rispetto al primo semestre dell'anno precedente: 914 milioni di euro contro 1489 (-38%). Il 2007 del resto aveva registrato un record superando di poco i 3 miliardi di euro, ma la previsione per il 2008 può far solo sperare di superare i 2 miliardi: difficilmente il 2008 raggiungerà il 2006.

Dove sono finiti i soldi disinvestiti dalle borse?

Le ragioni nei numeri:

  • drastica riduzione dei finanziatori esteri rispetto ai nazionali (dal 57% al 22% della forchetta)
  • drastica riduzione dei fondi di fondi e dei fondi pensione soprattutto nazionali

La raccolta sembra sempre più orientata alla formula Expansion mentre il Buy-out si riduce, probabilmente in vista dei rischi recessione, che allungherebbero i tempi di uscita.

Investimento

Gli investimenti, al contrario della raccolta, nel primo semestre del 2008 sono aumentati del 45% arrivando a 2772 milioni di euro. La stima di chiusura fa sperare che in questo anno si potranno superare i 5 miliardi di euro, a meno che non si esauriscano le casse.

Beh, se la raccolta mantiene questo trend negativo mentre gli investimenti continuano a bruciare le cassa, nei prossimi anni, forse già nel 2009, non ci sarà più tanto da investire...

Anche l'orientamento dell'investimento è contrastante rispetto a quello della raccolta, almeno in valore economico. Sebbene la raccolta si concentri sull'Expansion, gli investimenti in valore si focalizzano di gran lunga sul Buy-out. Se però si prende come riferimento l'investimento medio per operazione, i conti tornano: il rischio di vedersi allungare i tempi di recupero vengono spalmati su tanti piccoli investimenti.

Altre osservazioni:

  • L'unico target di investimento che cresce sia in numero di operazioni sia in valore è la formula Early-stage
  • Il numero degli investimenti in società high-tech ha una percentuale molto alta rispetto al totale dei settori, ma il valore per singola trasazione è sempre più ridotto

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